Solitudine: quando sentirci soli ci fa soffrire

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Soffrire di solitudine, quante volte abbiamo sentito dire o letto questa frase? quante volte anche noi ci siamo riconosciuti in essa?

Partiamo con il dire che ognuno di noi avrà sperimentato la sensazione di sentirsi sol* in qualche momento della propria vita e a seconda del momento che stiamo attraversando o a seconda delle nostre caratteristiche e modi di vivere avremo letto questa emozione in modo positivo oppure negativo.

Il vissuto legato alla solitudine è connotato di diversi significati, per qualcuno avere uno spazio in cui sentirsi sol* è del tutto naturale, funzionale e piacevole.

Per altre persone solo l’idea di poter stare da soli o sentirsi soli può essere fonte di grande sofferenza.

Solitudine e cervello

Se ci pensiamo l’uomo delle caverne per poter sopravvivere aveva necessità di creare delle reti di relazioni e questo è rimasto nell’evoluzione dell’uomo.

Diversi studi scientifici recenti ci dicono che la solitudine influenza l’attivazione di alcuni neuroni (dopaminergici e serotoninergici) che si rivelano alla base del benessere emotivo.

Questi studi ci portano a pensare che la solitudine sia un vissuto fondamentale per l’uomo per la ricerca di socialità. Se protratta nel tempo però e associata ad una assenza o riduzione importante di stimolazione sociale possa portare la persona a sperimentare stati depressivi o ansiosi.

Non voler stare nella solitudine

Occorre fare una differenza tra “sentirsi soli” ed “essere soli”, molto spesso ciò che ci raccontiamo nella mente è uno scenario ben più negativo.

Quasi nessuno di noi può affermare di “essere solo” ma in realtà ci si può “sentire soli” molto spesso seppure siamo costantemente immersi in relazioni.

Eppure per qualcuno sentire la solitudine è davvero un’esperienza troppo intensa e negativa che provoca in alcuni casi forte angoscia.

Possono svilupparsi dei comportamenti associati:

  • sentire ansia anche solo all’idea di poter stare soli o ritrovarsi soli
  • pensieri catastrofici sulle conseguenze di una ipotetica solitudine
  • sintomi fisiologici che indicano attivazione (sudorazione, tachicardia, agitazione…)
  • pensieri ricorrenti e ossessivi sulla possibilità di trovarsi da soli
  • il desiderio di trovare dei modi per evitare di stare soli e cercare costantemente vicinanza
  • la tendenza a stare in relazioni solo per evitare di sentirsi soli (anche se magari queste relazioni sono poco funzionali o ci rendono dipendenti) .

Come poter stare con la sensazione di solitudine e non soffrire troppo?

Come tutte le emozioni “negative” che sperimentiamo nella nostra vita possiamo regolarle e imparare ad avere un rapporto diverso con esse senza cercare di fuggire costantemente.

  1. prova a capire che emozione/credenza c’è sotto alla paura di rimanere sol* (ad. es potrebbe esserci la sensazione di essere immeritevole di amore)
  2. sii gentile con l’emozione che provi non giudicarti e non colpevolizzarti perchè ti senti così
  3. prova a sperimentarti in piccoli momenti di solitudine (parti per gradi, ad es. vado a prendere un caffè al bar, oppure esco dopo che sono usciti di casa i miei famigliari stando 5 minuti da sol*, ecc..)
  4. non avere l’aspettativa di diventare l’opposto di come sei, non devi amare la solitudine, solo accettare che seppure non ti piace ci saranno dei momenti nei quali potrai sperimentarla e magari scoprire che non è così terribile e che puoi portare avanti le tue cose nonostante questa emozione poco piacevole
  5. tieni un atteggiamento di curiosità rispetto alle esperienze che non conosci, non partire dal presupposto “non mi è mai piaciuto stare sol* e non mi piacerà mai, tanto anche se ci provo non ci riesco” perchè così facendo non ti stai dando la possibilità di scoprire qualcosa di te.

Se provi a sperimentarti in questi passaggi condividi con me come è andata, e ricorda un passo alla volta!


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