donna con mani nei capelli su sfondo rosa, immagine in movimento, donna stressata

Ansia e attacchi di panico

Cos’è l’ansia, come si manifesta e cosa fare quando si soffre di attacchi di panico o di un disturbo d’ansia

L’ansia e gli attacchi di panico sono diventati sempre più presenti negli ultimi anni, si stima infatti che 2,5 milioni di italiani ne soffra (ISTAT 2017) e le stime recenti ci dicono che la tendenza è in aumento complice anche il COVID-19. 

Quando una persona sperimenta ansia o attacchi di panico, il ricordo di quelle sensazioni lo accompagna per molto tempo e a volte, fa vivere in un costante stato di allerta temendo il suo ritorno ma è anche responsabile del cambiamento dello stile di vita della persona.

L’ansia è un’emozione al pari di tutte le altre

Sperimentiamo diverse emozioni nella nostra vita, l’ansia è solo una di queste.

Essa è un’emozione secondaria ovvero appresa dalla persona nell’arco della vita in relazione a scambi relazionali, esperienze di vita, ambiente nel quale si è inseriti. 

Questa emozione è anche quella che ci permette di sopravvivere (pensa se non sperimentassi ansia quando devi attraversare una grossa strada e non guardassi bene prima di passare!) perchè ci protegge dai pericoli o ci aiuta ad affrontare situazioni e prestazioni (pensa quando devi terminare un lavoro in poco tempo o devi fare una gara sportiva). 

Siamo noi che diamo un valore negativo all’ansia etichettandola come qualcosa di brutto, da evitare e dalla quale stare alla larga. 

Non è sempre così, in alcune situazioni ci aiuta e ci motiva in altre potrebbe metterci i bastoni tra le ruote facendoci sentire tutta una serie di sintomi fisici, cognitivi molto fastidiosi.

Come si manifesta un attacco di panico?

Generalmente la persona colta alla sprovvista sperimenta una intensa paura di morire e una volta passato l’attacco di panico vive con quella che è detta “ansia anticipatoria”, ovvero con il timore costante che possa verificarsi di nuovo un attacco. 

Ci sono persone che hanno sperimentato un unico attacco nella propria vita, altre che invece in maniera ricorrente provano ansia a livelli importanti. In alcuni casi questo è legato all’ansia anticipatoria e allo stato di costante attivazione che la persona sperimenta stando sempre sul chi va là oppure ancora perchè ci si spaventa molto dei sintomi. 

In queste situazioni la persona tenderà a mettersi in una posizione di “sicurezza” evitando situazioni che hanno anticipato o sono oggetto stesso dell’attacco di panico oppure ancora oppure cercherà rassicurazioni e vicinanza da parte delle persone care. 

Lo sapevi che l’ansia fa una curva a campana?

L’ansia si dice che fa una curva a campana, sale arriva ad un picco massimo e poi decresce spontaneamente.

Quindi che tu faccia qualcosa o non faccia nulla in realtà l’ansia passa. Questo perchè le risorse che il nostro corpo/mente ha a disposizione per gestire questo evento straordinario come un attacco di panico sono limitate e dopo un pò si esauriscono. 

Quali sono i sintomi dell'ansia?

Essi si dividono in cognitivi e somatici, e solitamente sono proprio questi a condurre la persona al pronto soccorso o dal medico curante che non li associa ad altre condizioni mediche se non a fattori legati all’ansia. 

I sintomi cognitivi sono: paura di morie, paura di impazzire o di perdere il controllo, sentimenti di irrealtà, estraneità (derealizzazione), o distacco da sé (depersonalizzazione)

I sintomi somatici sono: dolore o fastidio al petto, vertigini, sentimenti instabili, o svenimento, sensazione di soffocamento, vampate o brividi, nausea o dolori addominali, intorpidimento o sensazioni di formicolio, palpitazioni o aumento della frequenza cardiaca, sensazione di respiro corto o di soffocamento, sudorazione tremore o scosse. 

L’evitamento peggiora le cose!

L’evitamento consiste proprio nel tentativo di schivare un’emozione negativa o una conseguenza dolorosa, è una strategia che mettiamo in atto per difenderci, in questo caso l’ansia. 

Diventa disfunzionale quando la usiamo per tutto, anche per quello che ipotizziamo potrebbe ferirci nel futuro senza avere nessun elemento a favore della nostra tesi. Oppure quando ci porta a perdere ciò che avevamo in precedenza: lavoro, relazioni, interessi. 

Grazie all’evitamento tagliamo fuori tutta una serie di situazioni anche quelle che finirebbero per esserci utili. Avendo accesso a poche esperienze finiamo per sentirci inefficaci e incapaci a gestire l’ansia.

Quando evitiamo le emozioni esse diminuiscono ma solo nell’immediato. Purtroppo questo sollievo immediato ci porta a pensare che l’evitamento sia la soluzione, quando invece è il problema. Più evito più farò esperienza negative di me stesso e quindi non metterò in discussione le mie credenze e le mie competenze nell’affrontare la situazione.

Di attacco di panico si può morire?

Questa domanda è una delle domande che le persone fanno più spesso, proprio perché la sensazione sperimentata è esattamente questa. 

Sebbene alcuni sintomi (specie quello di dolore al petto o palpitazioni) facciano pensare a qualcosa di brutto, di attacco di panico non si muore

Cosa si può fare quando si soffre di attacchi di panico o di un disturbo d’ansia?

Iniziare un percorso psicoterapeutico ed eventualmente associare un percorso farmacologico se la situazione lo richiede valutando l’intervento di uno psichiatra. 

Da solo l’intervento farmacologico non è sufficiente perché di per sé non va a capire l’origine dell’ansia e del malessere. Prova ad immaginare che l’ansia sia un iceberg quello che vedi sopra è tutto quello che concerne l’ansia (quindi sintomi, evitamenti, rassicurazioni, ecc…) ma è quello che sta sotto nella parte sommersa che va indagato. 

Psicologo e psichiatra possono lavorare insieme per costruire un percorso terapeutico condiviso. 

La psicoterapia ti aiuta a comprendere a cosa serve l’ansia che provi e che funzione ha nella tua vita in questo momento per aiutarti a capire il sintomo e le sue cause. In prima battuta sarà fondamentale gestire i sintomi specie quelli più intensi e poi via via scendere in profondità per fare in modo che la persona possa vivere la vita che desidera instaurando un rapporto diverso con l’ansia. 

L’ansia non è qualcosa da combattere o estirpare e molto spesso questa lotta che la persona instaura con questa emozione è proprio quello che mantiene la sensazione di malessere attiva. Accettare l’ansia come spia di qualcosa che non sta funzionando ci permette di intervenire sulla nostra esperienza per renderla diversa.

Insieme possiamo rendere la tua convivenza con l’ansia decisamente più libera e aiutarti a ritrovare il piacere nell’affrontare le esperienze che la vita ti propone. 

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Prova ad osservarti:

Soffri di attacchi di panico e ansia?

Cosa pensi e come ti comporti in quelle situazioni? 

  1. Come potresti pensare? Sta per accadere qualcosa di terribile, sto per morire, devo scappare. 
  2. Come tendi a comportarti?

– Fuggire dalle situazioni che percepisci come pericolose.

-Adottare misure protettive (comportamenti di sicurezza) per aiutarti a gestire le situazioni di cui hai paura

-Evitare le situazioni in cui sei già stato preso dal panico o in cui temi di poter essere preso dal panico 

– Rimanere focalizzato sulle sensazioni corporee o segnali che potrebbero indicare l’inizio di un attacco di panico

Quali comportamenti mantengono l’attacco di panico?

Esistono poi altri comportamenti che invece di far cessare l’attacco di panico fanno si che si mantenga: 

  1. Andare alla ricerca di sensazioni corporee “pericolose”. La vigilanza per le sensazioni corporee è problematica perché più focalizziamo la nostra attenzione su qualcosa, più è probabile che la noteremo.
  2. Errata interpretazione delle sensazioni corporee. In preda al panico, le sensazioni corporee innocue sono spesso interpretate erroneamente come indicative di una catastrofe imminente.
  3. Evitare situazioni o sensazioni corporee temute. Evitare le cose che hanno a che fare con il panico significa che non imparerai mai quanto sono davvero pericolose o quanto saresti davvero in grado di farcela. Evitare situazioni associate al panico o l’uso di comportamenti di sicurezza intesi a prevenire la catastrofe sono problematici perché mantengono convinzioni relative al panico inutili.
  4. Comportamenti di sicurezza. I comportamenti di ricerca della sicurezza sono cose che senti di dover mettere in atto per evitare che si verifichi un disastro. Come l’evitamento, i comportamenti di sicurezza ti impediscono di apprendere quanto sia pericolosa quella situazione o quanto bene potresti davvero farcela.

Per non sentire più l’ansia come una gabbia, insieme possiamo rendere la tua convivenza con l’ansia decisamente più libera. 

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