Spesso quando parliamo di solitudine le persone tengono in considerazione solo l’aspetto negativo del termine. E se invece la solitudine fosse qualcosa di positivo per le nostra emotività?
La ricerca psicologica ha documentato i molteplici benefici che possiamo ottenere quando scegliamo deliberatamente di ritagliarci del tempo per stare da soli. Tra questi troviamo opportunità di contemplazione e creatività e miglioramento del benessere.
Tuttavia, questi stessi ricercatori sono anche stati sinceri su quanto possa essere difficile e negativa la solitudine, paragonandola, ad esempio, con “una medicina che ha un sapore cattivo, ma che a lungo termine produce benessere” (Larson & Csikszentmihalyi, 1978).
Le ragioni di ciò possono essere dovute proprio a una delle principali funzioni della solitudine: la regolazione emotiva.
La solitudine favorisce la regolazione emotiva:
La solitudine agisce come una sorta di auto-regolazione, contribuendo ad equilibrare il flusso costante di stati emotivi positivi e negativi che proviamo. Reed Larson ha ipotizzato che gli stati d’animo negativi che sperimentiamo a livello più superficiale quando proviamo solitudine potrebbero mascherare processi importanti sottostanti.
Quando siamo soli e la nostra attenzione diventa diretta verso l’interno, le emozioni, i ricordi o i problemi che abbiamo soppresso, improvvisamente raggiungono la consapevolezza.
Questo cambiamento di attenzione può innescare gli stati d’animo negativi iniziali che derivano dalla solitudine. Sebbene si possano definire “negativi” perché ci mettono a disagio, Larson sostiene che provare queste emozioni richiede una capacità di auto-riflessione, fondamentale per la nostra salute mentale.
La ricerca evidenzia come il vantaggio dello stare da soli sta proprio nel fatto che in seguito ad un periodo di solitudine, le persone sperimentano alti livelli di benessere ed emozioni positive.
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Fonti:
Larson, R. & Csikszentmihalyi, M. (1978). Experiential correlates of time alone in adolescence. Journal of Personality, 46, 677-793.
Larson, R. (1997). The emergence of solitude as a constructive domain of experience in early adolescence, Child Development, 68, 1, 80-93.
Nguyen, T. T., Ryan, R. M., & Deci, E. L. (2018). Solitude as an Approach to Affective Self-Regulation. Personality and Social Psychology Bulletin, 44(1), 92–106. https://doi.org/10.1177/0146167217733073