Accettazione non significa rassegnazione, non sono la stessa cosa, anche se spesso vengono viste come qualcosa di simile.
Quando si parla di accettazione solitamente si tende a pensare alla rassegnazione, “accetto le cose così come sono senza poterle cambiare” o all’idea di dover subire inevitabilmente qualcosa.
Accettare significa invece smettere di lottare contro il dolore, le emozioni negative, le situazioni che ci fanno soffrire e guardare le cose da un’altra prospettiva.
Accettazione e consapevolezza
Accettare significa vivere la realtà nella quale ci troviamo (anche quella estremamente dolorosa) con consapevolezza, senza scappare da essa.
L’accettazione non è un processo passivo che mi porta a subire, ma è un processo attivo che implica rispetto per la nostra esperienza della realtà.
Tara Brach (psicologa che si occupa di accettazione) sostiene che l’accettazione è “riconoscere chiaramente ciò che stiamo provando nel presente, così da poter affrontare questa esperienza con la compassione.”
I due concetti viaggiano spesso insieme, abbiamo parlato di compassione qui.
Accettare non è resistere
Spesso ci troviamo ad opporre resistenza alle emozioni che proviamo perchè abbiamo paura, perchè cerchiamo di evitare la sofferenza in ogni modo possibile.
Facendo questo, non accettiamo la realtà e il presente, evitiamo di entrare in contatto con le emozioni e con le parti di noi che ci fanno soffrire o che ci spaventano.
La nostra mente cerca costantemente di proporci confronti, paragoni su ciò che abbiamo o su come siamo e su cosa vorremmo o su come vorremmo essere. Questo ci porta inevitabilmente alla ruminazione, alla sofferenza e alla non accettazione di noi stessi, del contesto, degli altri.
Pensi ancora che accettazione significhi rassegnazione?