Aspetti psicologici del dolore cronico

Quando si parla di dolore cronico e psicologia, molte persone storcono il naso. Spesso si pensa che chi soffre di dolore cronico sia una persona che si fa venire i sintomi o che li esagera o che sia una persona che non sopporta abbastanza il dolore.

Lo dico perchè è successo anche a me di sentirmi dire queste carinerie, e succede spesso di ritrovare gli stessi racconti nelle persone che soffrono di dolore cronico.

Perchè è importante un percorso psicologico?

E’ fondamentale perchè con-vivere con il dolore cronico è una sfida ardua che fa consumare energie, mette alla prova le sicurezze personali e relazionali, porta ad isolarsi perchè non ci si sente capiti e creduti.

Allontana a volte le persone perchè non riescono a stare vicino o a supportare chi soffre di dolore cronico.

Perchè a volte porta la persona a rinunciare a molto o tutto ciò che si era desiderato, perchè si finisce per sentirsi “diversi” o “sbagliati”.

Senza dimenticare che è difficile spiegare come ci si sente a chi non prova ciò che proviamo noi o che non è dotato di una buona dose di empatia.

Potrei andare avanti ad elencarvi moltissimi altri motivi, ma oggi voglio parlarvi di una ricerca sugli aspetti psicologici e il dolore cronico.

Cos’è il dolore cronico?

Il dolore è definito dalla International Association for the Study of Pain (IASP), come “un’esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole associata a un danno tissutale effettivo o potenziale, o descritta in termini di tale danno”.

Il dolore è sempre soggettivo e va considerato come una vera e proprio esperienza emotiva.

Per tale ragione aggiungerei ,che occorre dimostrare comprensione e validazione per il dolore altrui.

Essendo un’esperienza emotiva soggettiva, è bene riconoscere tale esperienza senza mettere in dubbio ciò che l’altro ci racconta, spesso con vergogna, frustrazione, tristezza o paura.

E’ importante accogliere e comprendere a pieno il dolore dell’altro e non sminuirlo.

Correlazioni “possibili” tra dolore cronico e alcuni aspetti psicologici:

Le ricerche recenti hanno individuato una relazione significativa tra depressione e sintomi del dolore. I pazienti con una lunga storia di disturbi del dolore infatti hanno una probabilità più alta di sviluppare sintomi di depressione e ansia.

Questo non vuol dire che chi soffre di dolore cronico sia depresso o che chi è depresso soffre di dolore cronico. Alcune volte è possibile che come conseguenza al dolore cronico alcune persone possano sviluppare sintomi depressivi.

La stessa ricerca ha evidenziato come siano presenti alcune volte strategie di coping disadattive. Le strategie di coping sono strumenti che l’individuo cerca di mettere in atto per gestire e affrontare eventi percepiti come stressanti e che eccedono le sue capacità di gestione.

Ognuno di noi le usa, in alcuni momenti della vita di tutti queste strategie possono non funzionare bene.

Nel caso del dolore cronico queste strategie devono essere costantemente messe in atto e riadattate dalla persona con una fatica immane e può succedere in alcuni casi che non aiutino a far fronte alla situazione.

In alcuni casi vengono usate le strategie passive, che implicano il ritiro o la rinuncia al controllo a una forza o agente esterno e sono correlati a una maggiore percezione del dolore e possibile abbassamento del tono dell’umore.

Affrontare da soli un’esperienza di dolore cronico può essere molto difficile proprio per tutte le conseguenze che questo può portare nella vita delle persone.

Per tale ragione è fondamentale poter individuare strategie e risorse per far fronte a tutto questo.

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