Bruxismo: possibili cause e trattamento cognitivo comportamentale per adulti e bambini

Molto spesso chi soffre di bruxismo difficilmente ne è consapevole, almeno fino a quando non si presentano sintomi fastidiosi, il più frequente dei quali è la sensazioni di indolenzimento diffuso alle mandibole quando ci si sveglia la mattina.

A questo sintomo possono aggiungersene altri come l’insorgere durante la giornata di cefalea o emicrania, fitte improvvise alle tempie, tensione alla nuca. Il bruxismo è un disturbo molto diffuso caratterizzato dall’abitudine a stringere, serrare o digrignare i denti per lo più durante il sonno, e proprio per questo è inserito all’interno della categoria dei disturbi del sonno (classificazione internazionale dei disturbi del sonno).

Il bruxismo può essere anche occasionale, sia negli adulti sia nei bambini, spesso inseguito ad eventi di vita stressanti, e in questo caso  non determina conseguenze particolare se non una frammentazione del sonno.

 Anche se le cause del bruxismo non sono note, vi sono studi che lo legano a fattori quali ansia, stress, consumo di alcol, fumo, caffeina, apnee in sonno, russamento e l’eccessiva sonnolenza diurna.

Rispetto allo stress, la relazione sembra essere ormai accertata: chi soffre di bruxismo infatti nota un aumento o la ricomparsa del disturbo maggiormente nei periodi di forte stress.

 Cosa può fare l’approccio cognitivo-comportamentale?

La psicoterapia non sostituisce un’accurata visita dentistica per confermare la natura del disturbo, ma può essere un valido supporto per la prevenzione delle ricadute, per l’acquisizione di scorrette abitudini del paziente, per la consapevolezza legata agli stati di tensione che il nostro corpo produce e di cui spesso non ci accorgiamo.

Se è vero, che gli stati emotivi possono accompagnarsi a tensioni muscolari (es. serrare la mascella) l’allenamento alla distensione muscolare può alleggerire il carico emotivo che la persona sperimenta un certo periodo/situazione e aiutarla a monitorarsi e trovare strategie utili per agire in modo più funzionale. Imparare a riconoscere gli stati di tensione muscolare è di fondamentale importanza per connettersi ed essere consapevoli delle proprie sensazioni corporee e individuare quei pensieri disturbanti ed intrusivi che interferiscono con il vivere quotidiano della persona e non le permettono di stare bene. Tra le principali tecniche che l’approccio cognitivo comportamentale usa ci sono: il rilassamento muscolare progressivo, la mindfulness, le tecniche immaginative.

Affianco a queste tecniche di rilassamento vi è un lavoro sul riconoscimento degli stati di tensione e sulle cause dello stress o dell’ansia che la persona sperimenta e che lo hanno portato a soffrire di bruxismo. Solo indagando le ragioni che sono dietro allo stress è possibile agire sui pensieri negativi automatici che la persona sperimenta e modificare così il modo di leggere il mondo e agire nelle situazioni producendo un aumento del benessere e dell’efficacia personale.

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