Oggi ho deciso di scrivere questo post perchè come qualcuno di voi che mi segue sa che il mio intento principale è sdoganare l’immagine che le persone hanno dello psicologo/psicoterapeuta.
Stare dall’altro lato della scrivania/poltrona
Alcuni non sanno che anche noi Psicologi siamo stati spesso e continuiamo a stare dall’altra parte della scrivania. Ebbene si, anche noi siamo “pazienti” per tutta la vita, ci formiamo e facciamo ore di supervisione per essere capaci di affrontare le storie che entrano nei nostri studi e personalmente mi arricchisce tantissimo! A volte ci si dimentica quanto sia difficile fare la prima telefonata e prendere un appuntamento. Spesso costa fatica stare lì e parlare con qualcuno che non conosciamo e spiattellare tutti i nostri pensieri, dolori, preoccupazioni, inadeguatezze…
La terapia richiede fiducia
Come ogni rapporto umano anche la terapia richiede fiducia, la persona che si rivolge allo Psicologo spesso è già diffidente o vulnerabile. Il tempo che ognuno di noi impiega per dare fiducia a qualcuno è molto diverso e le variabili coinvolte sono molteplici. Le persone possono arrivare con pregiudizi, paure, inadeguatezze personali, e tanti altri fattori che rallentano questo processo. La fiducia è qualcosa che si costruisce con il tempo con ascolto, dedizione, attenzione, cura. E’ il momento più delicato di ogni rapporto, senza questa la terapia non decolla. Mi è capitato che alcuni pazienti iniziassero a raccontare di sé in modo profondo e senza difese anche dopo 6 o 7 sedute. Non è importante il tempo, è fondamentale che la persona rispetti se stessa e quando si sente sicura possa lasciarsi andare.
Il timore di essere giudicati
Quando siamo seduti lì di fronte allo Psicologo il timore più grande è quello che l’altro ci giudichi. Ricordo la prima volta che intrapresi un percorso, ero seduta lì e mi dicevo “penserà che questo problema di cui sto parlando sia una sciocchezza” ,”penserà che sono esagerata “. In realtà non accede nulla di tutto questo, la stanza di terapia è un contesto protetto che garantisce al paziente accoglienza delle emozioni, paure e empatia rispetto al suo dolore e alle sue difficoltà.
Perché parlare di sé è così difficile?
Innanzitutto perchè significa esporsi, ovvero mostrare all’altro come siamo davvero e a volte come siamo non ci piace molto o non piace alle persone che stanno vicino a noi. In secondo luogo, perchè implica un’apertura e riflessione su aspetti di noi che non sempre avevamo preso in considerazione. La terapia è il luogo d’elezione per imparare a conoscersi. Alla nascita non ci hanno fornito un libretto di istruzioni per capire come funzioniamo in diverse situazioni. Il percorso terapeutico aiuta le persone a decodificarsi, ad ascoltarsi, a osservarsi e osservare gli altri.
Se vai dallo Psicologo non te la sai cavare da solo
In generale non ci piace mostrarci fallibili. A volte pensiamo che dal momento in cui chiediamo aiuto, non siamo in grado di cavarcela da soli. In realtà è proprio nel momento in cui ci affidiamo a qualcuno che “scegliamo” di salvarci. Spesso si ha bisogno di guadare le cose da una prospettiva diversa, perchè in quel momento non ne siamo capaci. Parlare di sé in seduta è sempre costruttivo e imparare ad abbracciare la possibilità di cambiamento di sé qualora lo desideriamo è meraviglioso. Il percorso di crescita di sé è sempre in corso la terapia è proprio questo: imparare a guardarsi dentro con gli strumenti giusti, osservarsi senza giudicare e scegliere il benessere che desideri per te stesso!