Perchè la psicologia è importante quando si soffre di dolore cronico?

L’Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore (IASP) definisce il dolore come un’esperienza sensoriale ed emotiva negativa. In quanto tale, la psicologia è parte integrante della definizione di dolore.

Le esperienze psicologiche (ad esempio, stress, rabbia, depressione, ansia, preoccupazione per il dolore, eccessiva concentrazione sul dolore) sono in grado di aumentare l’intensità del dolore, mentre è stato dimostrato che felicità, gioia, amore e rilassamento forniscono sollievo dal dolore.

La psicologia del dolore riconosce che ogni persona può trarre vantaggio dall’apprendimento di informazioni e abilità che può utilizzare per ridurre il dolore e la sofferenza, anche mentre vengono perseguiti altri trattamenti per il dolore.

In effetti, alcune ricerche suggeriscono che la combinazione di trattamenti per il dolore medico, fisico e psicologico può fornire i migliori risultati.

Vivere in un dolore costante può essere emotivamente angosciante e provocare depressione e ansia o può peggiorare i disturbi mentali esistenti.

Ciò non significa che la persona che soffre sia debole, ma piuttosto sta avendo una reazione comprensibile a una situazione stressante.

Altri fattori psicologici che influiscono sul dolore e sul funzionamento includono: stress della vita, paura del movimento, comportamenti di evitamento, disturbi del sonno, ecc…

Il trattamento del dolore cronico nel modello biomedico trascura di affrontare i problemi psicologici e sociali che possono peggiorare il dolore cronico.

Perchè è importante privilegiare anche l’intervento psicologico in caso di dolore?

La psicologia del dolore è la punta di diamante di dove la psicologia incontra la medicina.

Utilizzando una combinazione di terapia cognitivo-comportamentale, strategie di rilassamento e istruzione, è possibile aiutare una persona a gestire il proprio dolore in modo più indipendente.

Il fondamento della psicologia del dolore è il modello biopsicosociale, che tratta il paziente come un “tutto” e non come una parte del corpo lesa.

La psicologia non ha lo scopo di “curare” il paziente, ma piuttosto fornire strategie per massimizzare la capacità di partecipazione.

Fonte: ACPA – Stanford Resource Guide To Chronic Pain Management

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