Edmund Jacobson, il padre del rilassamento progressivo muscolare (PRM) aveva osservato nel 1905 che gli studenti profondamente rilassati non mostravano alcuna ovvia risposta di sorpresa al rumore improvviso. In seguito a questo Jacobson (1977)ha sviluppato una tecnica che si è concentrata su come entrare in contatto con la muscolatura e imparare a controllare i livelli di tensione.
Perché è utile in caso di attacchi di panico e ansia?
Quando la persona si trova di fronte ad uno stimolo, il corpo si trova a dover scegliere se mettere in atto un comportamento di “lotta o fuga”. Quando ci troviamo di fronte ad eventi stressanti o situazioni di emergenza, il sistema nervoso autonomo mobilita il corpo producendo delle modificazioni. Fisicamente, il flusso sanguigno viene reindirizzato dal processo digestivo alla muscolatura liscia, alla frequenza cardiaca, all’aumento della pressione sanguigna e vi è un aumento dell’adrenalina e noradrenalina e un rilascio di cortisolo. Freeman (2001) sostiene che le tecniche di PMR siano in gradi di attenuare l’eccitazione simpatica allenando l’individuo a ridurre il fabbisogno di ossigeno, ottenuto dal rilascio ripetitivo della tensione muscolare combinato con il rallentamento delle respirazioni. Questo lo rende un utile intervento terapeutico per gli stati di panico, fobie e ansia.
Quali altri benefici produce?
Il Rilassamento Muscolare Progressivo apporta benefici connessi a tutte le risposte psico-fisiologiche conseguenze di alti livelli di tensione:
- insonnia causata da elevata tensione muscolare
- cefalea muscolo-tensiva
- ipertensione (riduce la pressione arteriosa)
- disturbi psicosomatici connessi allo stress
- problemi su base fobica ed ansiosa
- tutte le situazioni in cui l’acquisizione di uno stato di rilassamento diviene una competenza per affrontare situazioni della vita
- situazioni di vita stressanti e ripetitive.
L’obiettivo è quello di portare il soggetto ad un livello di competenza tale da indurre la condizione di distensione/rilassamento sempre più rapidamente ed efficacemente sia nella pratica clinica che nella gestione dei fattori stressanti quotidiani (Bertolotti, 2005; Menotti, Piccinini, 2012).
Abituando il soggetto a riconoscere le situazioni per lui potenzialmente ansiogene e svolgere gli esercizi prima di esporsi a tali situazioni, il livello di tensione si abbassa gradualmente (Jacobson, 1938; Bertolotti, 2005). Questo abbassamento di tensione percepita è indice anche di un aumento del tono dell’umore e delle emozioni positive.
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Fonte: www.sciencedirect.com
Jacobson E. (1929), Progressive Relaxation, University of Chicago Press