Ansia: incertezza e imprevedibilità

Quando è presente l’incertezza su una possibile minaccia futura ecco che l’ansia fa capolino. Questo tendenzialmente accade perchè sentiamo che questa potenziale minaccia agisce sulla capacità di farvi fronte o di evirarla o addirittura di limitarne l’impatto sulla nostra vita.

Il nostro cervello è paragonabile ad una macchina deputata all’anticipazione. Possiede la capacità di utilizzare le esperienze passate e le informazione sull’ambiente attuale per prevedere ciò che accadrà e questo è utile perchè ci consente di far succedere che le cose desideriamo accadano ed evitare o limitare le avversità.

Questa capacità è correlata al livello di certezza rispetto agli eventi futuri: quando più essi hanno probabilità di accadere, quanto potrebbero succedere e come saranno.

L’incertezza però agisce direttamente sull’efficienza: essa diminuisce l’efficienza e l’efficacia con cui possiamo prepararci al futuro e quindi contribuisce alla sperimentazione di un certo livello di ansia.

Nuove ricerche sull’ansia sostengono che vi è una caratteristica comune tra i disturbi d’ansia e la risposta “eccessiva” anticipatoria in condizioni di incertezza della minaccia stessa.

In questa ottica quindi l’ansia può essere vista come: “insieme di cambiamenti affettivi, cognitivi, comportamentali anticipatori in risposta all’incertezza sulla potenziale minaccia futura”.

A sostenere queste ricerche recenti vi sono diversi studi in cui si è visto che gli accadimenti in presenza di una minaccia immediata danno luogo a comportamenti difensivi che hanno a che fare con la paura e con le reazioni attacco/fuga, mentre invece accadimenti con segnali di minaccia poco chiari e imprevedibili producono un comportamento ansioso che persiste sino a che tale minaccia non si è conclusa.

Ti è mai capitato di sperimentare ansia in situazioni incerte e poco prevedibili? Se ti va parliamone:

Fonte: “Uncertainty and anticipation in anxiety” – Dan W. Grupe and Jack B. Nitschke

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